È di comune usanza paragonare gli esseri umani ad altre specie viventi presenti in natura che affascinano e incuriosiscono studiosi e appassionati di tutto il mondo. Una fra tutte la farfalla che, con la sua metamorfosi, ben si presta a poetiche analogie e somiglianze con lo sviluppo umano.
Prima di diventare questo splendido animale colorato e alato, uno dei più apprezzati alla vista umana nella grande famiglia degli insetti, la farfalla attraversa due fasi: quella del bruco e quella della crisalide. In un gioco di similitudini, l’essere umano nella fase dell’infanzia è simile al bruco, che si muove goffamente “masticando esperienze”, in territori protetti e circostanziati, attraversando svariate fasi di maturazione e trasformazione fino a diventare una crisalide. La crisalide, dal greco “piccolo oggetto dorato”, ben rappresenta la fase adolescenziale, in cui il bambino, così come il bruco, subisce una completa trasformazione: il vecchio corpo cambia assumendo un aspetto più solido e strutturato ma non ancora del tutto adulto. E' interessante notare come la crisalide presenti già degli aspetti che la fanno assomigliare alla futura farfalla così come l’adolescente mostri modi e sembianze da adulto ma non ha ancora raggiunto una completa maturazione sotto diversi aspetti, relazionali, emotivi, comportamentali e cognitivi. C’è però una fase di trasformazione della farfalla, quella della “muta”, che rappresenta il passaggio, il viaggio verso la novità e racchiude un complesso processo di assimilazioni, fratture, perdite e aggiustamenti. In questa fase il bruco cambia "pelle" e si dota di un nuovo rivestimento esterno. Lo stesso avviene nel bambino, che attraversa una brevissima fase dello sviluppo in cui si concentrano i più repentini e grandiosi cambiamenti di tutta una vita e in cui si abbandonano definitivamente “gli strati” dell’infanzia e si ci riveste di quelli dell’adolescenza. Questo breve periodo della crescita è chiamato preadolescenza e si colloca tra i 10/11 anni e i 13/14 anni. Sono due gli aspetti più rilevanti di questa fase: gli intensi cambiamenti corporei legati alla pubertà e la grande importanza che assume il gruppo dei coetanei.
Gli acerbi ragazzi e ragazze osservano il proprio corpo mentre assume forme diverse e sviluppa nuove parti che delineano gradualmente un’identità sessuale connotata di significati sempre più complessi, alimentando una curiosità insolita diretta verso straordinarie esplorazioni di sé e del mondo. Tale processo, insieme affascinante e confuso, è condito da un misto di emozioni spesso dal sapore agrodolce a cui difficilmente essi stessi riescono a dare un nome.
In questa fase infatti possono essere presenti contemporaneamente gioia, sorpresa, paura ma anche disgusto, rabbia e vergogna. La gioia del diventare finalmente grandi può essere ostacolata dal disgusto verso parti di sé che si fa fatica a riconoscere ed accettare (si pensi allo sviluppo degli organi sessuali secondari); la sorpresa di cambiamenti così radicali che li rendono più simili agli adulti può contrapporsi alla rabbia di non essere riconosciuti e compresi proprio da loro nell’importanza dei “problemi” che ne derivano; infine la paura e l’ansia dell’ignoto, il non sapere a dove porterà questa evoluzione che li ha svestisti per sempre dei panni rassicuranti del bambino, può camminare di pari passo con la vergogna di vedersi “molto meno” o “molto più” rispetto ai loro coetanei con cui si paragonano costantemente. Sembra infatti che allo scoccare della pre-adolescenza, tutti “gli altri” diventino solo i coetanei o, per meglio dire, gli amici. E’ dal numero di amici, virtuali e non, e/o dall’avere qualcuno con cui “messaggiare” che sembra dipendere tutto il loro mondo emotivo anche se nella pre-adolescenza il grado di intimità di queste relazioni non è ancora così importante. Il punto è poter dire di avere un amico o un’amica meglio ancora se “migliore”, non importa quanto siano meravigliosi tua madre e tuo padre. Così spesso i genitori dei preadolescenti si trovano a vivere una nuova fase di “impreparazione”, proprio quando pensavano di averci finalmente capito qualcosa dei loro figli bambini. La sensazione del “tempo che vola” è quella più comune tra i genitori dei preadolescenti, che si trovano ancora una volta alle prese con una nuova sfida senza probabilmente avere avuto il tempo di fare un bilancio di quella precedente. E anche le mamme e i papà più fortunati, che ricordano ancora chiaramente com’era avere 12 anni, rimangono sorpresi nel constatare che questa fase, sullo sfondo di una società sempre più disgregata, può nascondere insidie e disagi sempre più complessi per i loro figli, diversi da quelli che loro stessi hanno attraversato. Quello che è particolarmente interessante rispetto alla preadolescenza è la variabilità che è possibile riscontrare. Le sfumature di bisogni, movimenti, blocchi e adattamenti che si osservano anche in un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze tra i 10 e i 14 anni è unica rispetto a tutte le altre età, sia per aspetti biologici che psicologici. Tale variabilità richiede una grande flessibilità, una varietà di risposte educative e d’interventi di sostegno a seconda dei singoli casi.
Una linea comune che gli adulti possono tenere a mente per rispondere alle loro richieste di “contatto”, spesso implicite e confuse, è quella di riconoscimento e calorosa vicinanza. Avere occhi che vedono i cambiamenti, orecchie che ascoltano e mani che sostengono aiutano i nostri ragazzi ad avere maggiore fiducia nella bellezza e nella naturalezza di questa fase, favorendo gradualmente il loro affacciarsi al mondo dell’adolescenza e poi all’età adulta. Una nuova distanza fisica ed emotiva calda, ma non inglobante, del tutto diversa da quella genitore-figlio bambino, permette inoltre di garantire quella sensazione di “posto sicuro” a cui ritornare ogni qual volta il mondo esterno si presenta minaccioso o poco accogliente. Il farsi “testimoni empatici” della crescita dei nostri ragazzi garantisce loro di affrontare con i giusti mezzi le esperienze ansiose e depressive che questa fase può portare con sé e agevolarli nella meravigliosa avventura del crescere, godendo “con loro” del fascino della novità.
Selezione lo specialista e fissa un incontro.