Di fronte al tema dell'Adolescenza emergono pensieri ed emozioni ambivalenti: novità e timore del cambiamento, fascino e mistero, crescita e fatica, movimento e necessità di punti di riferimento, progettualità e dubbio. Tali vissuti non accompagnano solo l'adolescente ma anche l'adulto che
spesso attende l'arrivo dell'adolescenza del/la proprio/a figlio/a come un'avventura colorata tuttavia da non poche ansie. Adolescenza e Ambivalenza sembrerebbero due parole accomunate non solo dalla lettera iniziale: fortemente intrecciate, caratterizzano una fase di vita fondamentale per la maturazione dell'individuo.
L'adolescente vive infatti nella sua pelle un periodo di vita particolarissimo: non è più un bambino che necessita di totale dipendenza dai propri genitori ma non è nemmeno adulto a tal punto da poter vivere in maniera del tutto indipendente e autonoma. Durante l'adolescenza si sperimenta dunque una fase di passaggio caratterizzata da dinamiche e codici specifici ed è proprio in questa fase di transizione che si gioca molto del futuro della nostra società ed anche della scommessa educativa.
Oggi assistiamo al fenomeno di un'adolescenza ormai dilatata nel tempo e ciò sembrerebbe dovuto soprattutto a cause di origine sociale: difficoltà di accesso al mondo del lavoro, scelta o necessità di maggior permanenza nelle strutture formative, difficoltà a mettere su famiglia e/o a sganciarsi dalla casa d'origine. Tale prolungamento, a cui gli adolescenti si adattano più o meno volentieri, causa l'aumentano degli atteggiamenti di disimpegno verso la società, per non dire di disinteresse e di noia. Spesso i ragazzi sembrano manifestare maggiore interesse più per le attività di divertimento che di studio o di lavoro.
Ma ci siamo chiesti il motivo di tale disinteresse?
Gli adolescenti, sempre più giudicati dal mondo adulto come persone disimpegnate e senza progetti definiti per il loro futuro, si trovano in realtà a dover sostenere la difficoltà di un cambiamento fisiologico, che influenza la psiche tanto quanto il corpo, ed insieme la veloce mutevolezza di codici sociali sempre meno stabili. Mostrano un grande desiderio di conoscenza, spesso saziata attraverso l'utilizzo dei media e delle nuove tecnologie: conoscono una grande varietà di luoghi, realtà, culture, scuole di pensiero ma restano spesso mancanti di riferimenti sociali chiari, rintracciabili nella loro realtà e quotidianità, capaci di offrire significati alle loro esperienze, senso ai loro progetti e contenimento alle loro emozioni spesso intense e in subbuglio. E' come se avessero potenzialmente il mondo sotto mano, o ancor meglio sotto un click, senza possedere ancoraggi stabili con la realtà a loro più prossima. Gli adolescenti sembrano preoccupati più di lasciare aperte diverse possibilità che di raggiungere obiettivi definitivi. E' come se avessero paura di entrare nella società "degli adulti", una società sempre più caratterizzata da insicurezze, separazioni, ricerca della bellezza e del benessere personale ma incapace di mantenere nel tempo i legami affettivi e relazionali. Oggi non esistono più ritualità collettive, riconoscimenti sociali alle prove superate con successo (ne sono un esempio la scarsa valorizzazione del titolo di studio, la difficoltà a trovare lavoro, ...). Per la prima volta nel progresso della nostra cultura, le nuove generazioni sono lasciate completamente a se stesse, all'evoluzione della loro autonomia personale sempre più libera da appartenenze e da orientamenti sociali: così gli adolescenti oggi diventano assai abili nel perseguire significati a propria misura e obiettivi a breve termine restando però privi di senso di appartenenza necessario per riconoscersi e crescere.
Come equilibristi autodidatti
Ci siamo mai chiesti se siamo davvero capaci di contattare i nostri adolescenti? Quanto sappiamo di loro? Quanto siamo capaci di vederli pienamente nel loro affacciarsi al mondo?Basta avvicinarsi a loro per accorgersi della necessità e, allo stesso tempo, del desiderio che nutrono rispetto alla possibilità di un confronto con l'adulto privo di pregiudizi o idee già "impacchettate" su di loro.
A modo loro le nuove generazioni sono attive e capaci di contributi originali; adolescenti e giovani stanno inventando forme inedite di umanità, reagiscono in termini originali all'evoluzione dei tempi. Fin troppo spesso, da autodidatti, costretti a darsi risposte e a costruirsi significati da soli, si muovono dentro una società dai caratteri incerti affrontando il timore di aprirsi al mondo e insieme il desiderio di viverlo e sperimentarlo. Attraverso uno sguardo attento e incuriosito nei loro riguardi è possibile rintracciare la loro energia, il dinamismo, la loro capacità di adattarsi a ciò che cambia velocemente costruendo continuamente equilibri nuovi confrontandosi apertamente e senza pregiudizio con la diversità; sono infatti gli adolescenti oggi a mostrarsi spesso più aperti e desiderosi di incontrare l'Altro, soprattutto quando l'Altro è lo straniero mostrando grande voglia di mettersi in gioco, di scoprire e di confrontarsi. Le nuove generazioni non sono, quindi, apatiche ed estranee alla costruzione della società, anzi, con la loro capacità di flessibilità e di adattamento, sono più capaci degli adulti a vivere in una società complessa come la nostra. Tuttavia in un contesto segnato dalla frammentazione delle relazioni, dal continuo confronto e dalla competizione, ogni tipo di relazione non riuscita produce intense delusioni e profonde sofferenze e chiude l'adolescente nell'individualismo. Infatti, quanto più s'impoverisce il numero e l'intensità delle relazioni sociali significative in cui l'adolescente è immerso, tanto più egli tenderà a chiudersi in se stesso, a costruire sottoculture incomunicanti e ad entrare nella dinamica delle dipendenze.
Gli adolescenti, il "mondo virtuale" e il bisogno di presenza
E’ stato scritto che questa è “una generazione che non vuol crescere”, che “vivono accarezzando sogni, ma riescono a farli diventare progetti più nel mondo virtuale che in quello reale”.
In realtà oggi i ragazzi hanno tante possibilità di "muoversi" nel virtuale rischiando spesso di restare "intrappolati" in mondi solo verosimili la realtà: i vari siti internet, i social-network, i video games, ecc..
Ma perché oggi, molto più di ieri, i ragazzi sembrano spesso dipendere da tali forme alternative di realtà?
Certamente la diffusione delle tecnologie sta alla base di questo fenomeno ma sembrano avere un peso non indifferente anche la componente psicologica e relazionale. Gli adolescenti di oggi non sembrano più abituati a comunicare dentro relazioni reali: sempre più sintetici nell'espressione dei loro vissuti interiori, sembrano stare disimparando la capacità di sentirsi, costantemente pronti a fare esperienze con gli altri ma sempre più in difficoltà nel "dirsi" e raccontarsi all'Altro. In una società votata alla velocità e alla frenesia, si è persa la capacità di "sostare" con se stessi e con gli altri affrontando fino in fondo il rischio di "ascoltarsi" pienamente e di essere autentici. Di tale mancanza gli adolescenti, alle prese con l'arduo compito di costruzione del Sé, pagano oggi un prezzo altissimo: il dissolversi dell'identità caratterizzato dall'incapacità di conoscere se stessi e i propri bisogni e dunque anche l'impossibilità di scegliere e di perdurare nelle scelte.
Gli adolescenti hanno bisogno oggi, più di ieri, di una società adulta che sappia essere per loro presenza piena, che sappia contenere il loro disagio interiore, che sappia sostare insieme a loro ascoltandoli con rispetto e sincera curiosità. I ragazzi sono fortemente attratti e allo stesso tempo un po’ preoccupati da esperienze che permettano loro di sperimentare un incontro pieno con l'adulto e prima ancora con se stessi: molti vanno educati a riconoscere le proprie emozioni e a dar loro un nome, pena il rischio di vivere una vita solo nel rimbombo di vissuti interiori confusi e confusivi. E' sorprendente infatti scoprire quanta bellezza emerge dal confronto pieno con loro: capaci di grande intuito e onestà impongono all'adulto di contattare se stesso con altrettanta onestà e di offrire risposte che siano chiare e soprattutto vere e reali. In tal senso, sono proprio i nostri adolescenti ad essere risorsa e possibilità di ulteriore crescita per la società odierna.
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